Viaggiare con una Zoe elettrica “vecchia”

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Da editor Settembre 27, 2021 14:00 Aggiornato

Viaggiare con una Zoe elettrica “vecchia”

Ho noleggiato una Renault Zoe “vecchia” del  2013, con all’attivo 50.000  km ed insieme a mio figlio Andrea ne abbiamo percorso un migliaio da Chiavari a Moena in Val di Fassa e ritorno.

E’ stata un’esperienza interessante sia per l’auto elettrica, sia per la ricarica della sua batteria.

Per la Zoe si è trattato di verificarne l’efficienza dopo un vissuto piuttosto lungo, specialmente trattandosi di un veicolo elettrico.

Per la ricarica della batteria è stato un toccare con mano, nel quotidiano la disponibilità e l’efficienza delle colonnine, in un’area importante dell’Italia.

Abbiamo colto l’occasione anche per partecipare ad un raduno tenutosi, nella stessa giornata, prima a Parma e poi a Salsomaggiore.

Il viaggio

Il primo giorno, dedicato esclusivamente allo spostamento, è volato via senza intoppi.

I 160 km fra gli appennini che separano la Liguria dall’Emilia Romagna li abbiamo attraversati molto rapidamente, grazie all’ottima accelerazione ed al baricentro basso tipici dell’auto elettrica e per merito delle sospensioni, ancora perfettamente funzionanti dopo gli 8 anni di lavoro su di un’auto tipicamente più pesante, rispetto a quelle con il motore a scoppio.

E’ stata sufficiente una sola sosta per la ricarica, necessaria soprattutto per il nostro ristoro.

La versione di Zoe da noi utilizzata, la Q210, ha meno di metà autonomia rispetto al quella attuale (la capacità della batteria è di 22 kWh contro i 52 kWh), ma l’elevata velocità di ricarica (22 kW in AC) le permette di percorrere tragitti lunghi in tempi assolutamente accettabili.

La sera abbiamo messo l’auto in ricarica presso una colonnina messa a disposizione dall’albergo per i suoi ospiti.

In effetti sono davvero molte le strutture che installano colonnine più o meno veloci per i veicoli dei proprietari, dei dipendenti e soprattutto per i clienti.

Nella pratica in una notte anche con soli 7 kW a disposizione, si può immagazzinare la corrente sufficiente per fare alcune centinaia di chilometri.

Il raduno

Al raduno c’erano un’ottantina di altri veicoli elettrici e gli stand espositivi di concessionarie con varie auto e moto elettriche.

Sia a Parma che a Salsomaggiore ci sono diverse colonnine per la ricarica, di vari tipi e gestori.

Fatto “il pieno” ci siamo recati a Mantova, dopo una breve puntatina a Sabbioneta, dove abbiamo trovato una colonnina di BeCharge.

A Mantova abbiamo attaccato l’auto ad una colonnina Evway e, dopo una veloce cena, la batteria era già al 99%.

Il giorno dopo

L’indomani abbiamo deciso di spostarci in autostrada, facendo una breve tappa ad Affi per ricaricare tramite una colonnina di Driwe situata a 2 passi dall’uscita, nel centro commerciale.

In questa zona, molto strategica per il traffico, sono situati anche un Supercharger Tesla ed altre colonnine.

Rientrati in autostrada, la colonnina successiva l’abbiamo trovata presso il punto di ristoro situato poco più avanti dello svincolo per Trento Nord.

Le autostrade del Brennero hanno installato molte colonnine rapide e gratuite come questa, dando ulteriore conferma della propria efficienza.

Dopo essere usciti ad Egna-Ora, abbiamo iniziato la salita verso la Val di Fassa, decidendo di ricaricare l’auto, e la pancia (!) a Cavalese, presso una colonnina Neogy.

Ed infine eccoci a Moena, dove pernotteremo per un paio di notti.

Moena

La città offre un ottimo servizio pubblico di ricarica tramite Alperia, azienda locale che produce interamente da fonti rinnovabili, con colonnine situate proprio di fronte all’ufficio turistico e viene richiesto esclusivamente il pagamento del parcheggio, comunque gratuito nei primi 45 minuti.

Noi ne abbiamo usufruito più volte.

Il viaggio di ritorno

Il viaggio di ritorno, più azzardato per un mezzo con poca autonomia, l’abbiamo fatto interamente in una giornata, godendocelo proprio per le soste necessarie per l’auto e per i nostri bisogni.

Abbiamo fatto la prima ricarica a Trento presso una colonnina Neogy, dopo qualche tentativo infruttuoso, a pochi metri di distanza, con una di EnelX.

La città di Trento offre molte strutture per i veicoli elettrici.

Se ci fossero stati problemi anche con Neogy, avremmo potuto ricaricare a pochi passi da lì presso la colonnina offerta gratuitamente da Lidl ai suoi clienti.

La ricarica successiva, sull’Autostrada del Brennero a Nogaredo ovest, purtroppo non è stata possibile e lo stesso problema l’abbiamo rilevato più avanti, presso una colonnina AGSM di Verona.  Le prime Zoe, proprio per maggior sicurezza, erano molto esigenti nei confronti  delle colonnine, rifiutando spesso di effettuare la ricarica. I nuovi modelli, ancora più sofisticati, non hanno più questa caratteristica.

Ancora qualche chilometro e, dopo aver trovato una colonnina Becharge, decidiamo di pranzare lì vicino, in un ristorante “stellato”.

Ripartiamo da Verona con la Zoe e sull’A22 ricarichiamo presso il bellissimo punto di ricarica di Po Ovest.

Poi usciamo dall’autostrada ed andiamo dritti a Parma, dove facciamo una ricarica presso la colonnina Becharge situata nei pressi del negozio Decathlon.

Dopo una piccola tratta di autostrada, usciamo a Fornovo per ricaricare, ma entrambe le colonnine Becharge, con 4 punti di connessione non erogano corrente.

Pertanto proseguiamo fino a Bedonia, dove stavolta Becharge non ci delude, ricaricando la batteria oramai quasi scarica.

Idem anche per noi, che nuovamente troviamo a pochi passi un ottimo ristorante.

L’ultima tratta la percorriamo nuovamente in Appennino, fino ad arrivare a casa in nottata.

Fonte

  • Esperienza diretta di Corrado Sanguineti
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Da editor Settembre 27, 2021 14:00 Aggiornato
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