Perché le prossime Tesla saranno rivoluzionarie (brevetti alla mano)

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Da admin Maggio 24, 2022 22:47

Perché le prossime Tesla saranno rivoluzionarie (brevetti alla mano)

Tesla sta lavorando su tre fronti per migliorare le prestazioni delle batterie che monterà in futuro.

Quindi celle, architettura interna delle batterie e l’accumulatore nel suo complesso.

In effetti ci sono già i brevetti sulle batterie strutturali con celle 4680 e architettura cell-to-pack della Tesla Model Y.

Questa auto sarà la prima di una nuova generazione di Tesla che si baserà tutta su un’architettura cell-to-pack, cioè la batteria strutturale.

Tutte queste soluzioni potrebbero essere adottate per la prima volta sulla Model Y.

Quindi il SUV più compatto di Palo Alto potrebbe essere così il precursore di tutta una serie di novità tecniche, da trasferire  poi anche sugli altri modelli.

Le informazioni nel dettaglio.

Cominciamo dalle famose 4680 che sono attese dal settembre 2020 e cioè dal giorno in cui sono state annunciate da Elon Musk in persona, che ne ha illustrato le caratteristiche principali.

Le celle, decisamente più grandi di quelle tradizionali, dovrebbero essere vicine alla produzione: i macchinari per costruirle sono stati avvistati nella Gigafactory Texas, ma dovrebbero essere presenti anche a Berlino, fabbrica che darà l’ avvio ai lavori proprio con la Model Y dedicata all’Europa.

In pratica le celle 4680 sarebbero pronte.

E’ coinvolta anche Panasonic: ha detto che sarà in grado di produrle su larga scala già a partire da inizio 2023.

Saranno utilizzate nelle batterie strutturali, che però potrebbero essere già state adottate su alcuni esemplari della Model Y, che come standard sono ancora equipaggiate con celle tradizionali 2170.

Per quanto riguarda la batteria strutturale dovremmo essere vicini all’utilizzo in produzione.

Infatti nell’ultima versione del libretto di uso e manutenzione della Model Y, che al capitolo sulla corretta manovra di sollevamento dell’auto si fa una distinzione tra batteria tradizionale e batteria strutturale, con diversi punti di appoggio.

Inoltre, sempre per con l’obiettivo della semplificazione, questa soluzione permette di attaccare i sedili direttamente alla batteria e di ridurre drasticamente i componenti di scocca e pianale, con evidenti vantaggi su costi e pesi.

Poi c’è l’architettura cell to pack, che prende spunto da quanto mostrato da certi dispositivi elettronici (Apple in questo è maestra) e che non prevede l’adozione di moduli intermedi.

Proprio l’assenza di questi elementi consente l’adozione di un numero maggiore di celle a parità di volume.

Ci sono spaccati e disegni tecnici che mettono in evidenza i vantaggi di una batteria cell-to-pack rispetto ad una tradizionale.

Sono stati mostrati durante il tour organizzato all’interno della Gigafactory di Berlino.

Guardando gli spaccati si notano altre caratteristiche interessanti.

C’è, ad esempio, una struttura a nido d’ape nella parte inferiore che ha il duplice scopo di assorbire l’energia in caso di urto e di permettere alle celle di sfogare eventuali fuoriuscite di gas.

Per questo stesso motivo ci sono delle griglie che in caso di necessità si aprono per evitare che la pressione interna aumenti.

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