Rete di ricarica per le auto, come siamo messi in Italia? Il rapporto di Motus-E

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Da editor Maggio 24, 2022 22:36

Rete di ricarica per le auto, come siamo messi in Italia? Il rapporto di Motus-E

Motus-E ha fotografato la situazione delle infrastrutture di ricarica delle auto elettriche sul territorio nazionale.

Nonostante il 2021 sia stato difficile a causa dell’evoluzione della pandemia, il rapporto mette in evidenza una crescita sia della rete di ricarica in Italia e sia della diffusione delle auto elettriche.

Quindi rispetto al 2020, i punti di ricarica, in Italia, sono aumentati del +35%, cioè di 6.700 unità.

Nello specifico, a dicembre 2021 in Italia erano presenti 26.024 punti di ricarica e 13.233 infrastrutture – stazioni o colonnine – in 10.503 ubicazioni accessibili al pubblico.

I dati del 2021 riguardano, evidenzia Motus-E, le infrastrutture installate. Infatti, il 13% risulta ancora non attivo.

Il dato delle colonnine non ancora attive è interessante perché è un segnale che si sta lavorando per accorciare i tempi di attivazione delle nuove colonnine, spesso molto lunghi anche a causa di lungaggini burocratiche.

Infatti, il dato è inferiore rispetto al passato. A dicembre 2020 era pari al 22%, sceso poi al 15% a giugno 2021. 

Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche dell’infrastruttura di ricarica italiana, il 94% dei punti di ricarica è in corrente alternata (AC), mentre il 6% in corrente continua (DC).

Più nel dettaglio, il 17% dei punti è a ricarica lenta (con potenza installata pari o inferiore a 7 kW), il 73,6% a ricarica accelerata o veloce in AC (tra più di 7 kW e 22 kW), un 3,6% fast AC (fino a 43 kW), un 3,6% fast DC (fino a 50 kW) e le restanti ultraveloci (o ad alta potenza), di cui l’1,5% fino a 150 kW e l’1,0% oltre i 150 kW.

Quindi la rete sta crescendo.

Comunque, c’è ancora da fare sui punti Fast e Ultrafast che sono molto importanti in quanto permettono agli utenti elettrici di poter viaggiare anche su lunghe percorrenze.

Il rapporto evidenzia che circa il 57% delle infrastrutture è distribuito nel Nord Italia, il 23% circa nel Centro, mentre solo il 20% nel Sud e nelle Isole.

Il 34% nei capoluoghi di provincia e il restante negli altri comuni.

La Lombardia con 4.542 punti, da sola ha il 17% di tutti i punti di ricarica.

Poi ci sono Lazio, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana, che insieme hanno il 65% dei punti di ricarica.

Il rapporto di Motus-E riporta che sulle autostrade ci sono 1,2 punti di ricarica ogni 100 km di autostrade.

Dal rapporto emerge un dato curioso. L’Italia ha più punti di ricarica per veicolo circolante del Regno Unito, della Francia, della Germania e della Norvegia. Il nostro Paese è secondo solamente all’Olanda.

Ma ciò non deve ingannare in quanto è la penetrazione di veicoli elettrici ad essere molto in ritardo in Italia rispetto ad altri Paesi europei.

In pratica significa anche che ad oggi la rete italiana è adeguata al parco circolante.

Tuttavia la rete deve crescere e colmare alcune lacune, soprattutto sul fronte dei punti di ricarica Fast e di quelli presenti nelle autostrade.

Motus-E elenca diversi interventi che sarebbe opportuno portare avanti.

Da un approccio unificato tra i vari comuni per la stesura dei propri regolamenti, all’inserimento delle infrastrutture di ricarica tra quelle che sono esentate dal Canone Patrimoniale Unico.

Al sollecitare ancora la collaborazione tra i gestori delle reti di distribuzione e gli operatori di mercato dell’e-mobility a collaborare verso un obiettivo condiviso: la progressiva diffusione della mobilità elettrica.

Bisogna anche ridurre i tempi di allaccio da parte dei distributori di energia. In pratica si tratta di identificare a monte le aree a maggior potenziale attivo e pianificare efficientemente le potenze da installare a seconda dello stato di carico dell’area geografica in esame.

E’ opportuno guardare alle installazioni ultra-veloci (High Power Charger) sulla rete a media tensione, in maniera tale da individuare dei nodi interessanti dal punto di vista del traffico ma compatibili con le reti di distribuzione e la potenza disponibile.

Ridurre i costi fissi – in particolare delle ricariche ad alta potenza – e favorire l’integrazione dei veicoli con la rete elettrica.

Procedere con i bandi per la realizzazione delle infrastrutture di ricarica previste dal PNRR.

Sarebbe utile anche una cabina di regia a livello nazionale per uniformare quanto si fa, a differenti velocità, a livello regionale e locale.

Centralizzare la responsabilità dei finanziamenti e del monitoraggio delle installazioni di infrastrutture pubbliche, unitamente alla Piattaforma Unica Nazionale (PUN) con la mappatura di tutte le colonnine ad accesso pubblico.

Applicare con serietà la normativa esistente in merito al divieto di sosta dei veicoli non in ricarica negli stalli riservati, visto il crescente fenomeno del parcheggio abusivo su questi stalli.

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Da editor Maggio 24, 2022 22:36
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