Ai detrattori delle auto elettriche … risposte razionali

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Da editor Novembre 24, 2021 21:10

Ai detrattori delle auto elettriche … risposte razionali

Ai detrattori dell’auto elettrica si possono dare risposte precise e razionali.

La diffusione su larga scala dei veicoli a zero emissioni è difficile per vari motivi.

Punti di ricarica

Per esempio il numero insufficiente dei punti di ricarica, la capacità delle batterie, che si traduce in ansia d’autonomia, il bilancio delle emissioni.

Per aumentare i punti di ricarica si useranno anche le risorse del Recovery Fund. 

In effetti nel 2030 l’Italia avrà bisogno di circa trecentomila punti di ricarica elettrica.

E’ evidente che c’è molto da fare visto che nel 2020 ne contavamo su tutto il territorio nazionale meno di ventimila. 

Ma il numero di colonnine è inversamente proporzionale all’incremento della performance delle batterie, per la quale le case automobilistiche si stanno impegnando ad aumentarne la capacità.

Per esempio la Renault Zoe uscita nel 2012 con un’autonomia dichiarata di 150 km, nell’ultima serie arriva a quasi 400 km, cioè in meno di dieci anni l’autonomia di questa vettura è stata dunque quasi triplicata.

Tesla ha dichiarato che riuscirà ad aumentare del 54 per cento il range dei suoi veicoli proprio grazie a innovazioni sulla batteria.

A questo proposito, è interessante, per inciso, comparare la curva delle vendite della Model T di Henry Ford all’inizio del secolo scorso con quella odierna delle vendite della Tesla, c’è una forte somiglianza nel profilo dell’incremento.

Innovazione

Comunque l’innovazione affascina.

Nel 2013 i veicoli elettrici circolanti nel mondo erano meno di mezzo milione. Quasi due terzi di questi erano auto completamente elettriche (battery electric vehicle, BEV), mentre la restante parte comprendeva le prime ibride plug-in (PHEV).

Nel 2019 abbiamo raggiunto oltre i sette milioni di veicoli, con un tasso di crescita annuo del 73 per cento.

Nonostante le remore relative ai prezzi ancora elevati delle auto elettriche, alle infrastrutture di ricarica poco diffuse con la conseguente ansia da autonomia, si può notare quanto la domanda di veicoli elettrici da parte dei consumatori sia importante.

Nel solo 2020 sulle strade dell’Europa il loro numero rispetto all’anno precedente è raddoppiato.

La Norvegia si è data l’obiettivo di fermare le vendite dei veicoli a combustione interna per il 2025, l’Olanda e la Danimarca vogliono farlo entro il 2030.

Anche in Italia il 2020 è stato un anno eccezionale per le BEV e PHEV.

A fine anno, mentre le vendite di macchine elettriche erano più che raddoppiate rispetto al 2019, le vendite delle altre vetture avevano subito un calo del 25 per cento.

Case automobilistiche

Tutte le grandi case automobilistiche europee ed americane hanno rivoluzionato la propria, inserendo a catalogo diversi modelli elettrici e prevedendone un maggior numero per gli anni successivi.

In questo scenario resta interessante capire come sarà affrontata la questione della produzione delle batterie.

Le case automobilistiche non si stanno impegnando con investimenti per risolvere quest’ultimo problema e sembra che esse restino in attesa dell’ iniziativa dei loro fornitori.

Sarà premiante l’approccio Tesla della produzione in proprio oppure quello dell’intervento di fornitori terzi specializzati?

Detrattori

Comunque i detrattori dell’auto elettrica, sostengono che per misurare la reale sostenibilità di questi mezzi bisogna valutare non soltanto le emissioni legate ai chilometri percorsi durante la vita del veicolo, ma anche quelle generate per produrlo, con particolare attenzione proprio alla sua batteria.

Ma già oggi un’auto elettrica durante il suo intero ciclo operativo produce anidride carbonica (CO2) in percentuali contenute tra il 20 e il 30 per cento di quelle prodotte da un veicolo a combustione.

Inoltre si va verso una seria diffusione di una filiera per il riciclo delle batterie, mirata proprio al recupero dei preziosi minerali in esse contenuti e che già nel 2030 dovrebbe portare i veicoli elettrici ad avere un impatto emissivo minore dell’80 per cento rispetto ai mezzi tradizionali. 

Normative

In tale direzione spingono anche le normative.

Infatti c’ è la nuova proposta della Commissione europea. Questa pone tra gli obiettivi per l’anno 2030 il recupero del 70 per cento del litio e del 95 per cento delle altre materie prime.

Un dato molto importante. Oggi il mancato recupero è di circa 43 kg di metalli preziosi per ogni auto elettrica da rottamare, fra dieci anni questa dispersione non supererà i 2 Kg.

Su questa strada c’ è già la Volkswagen, con lo stabilimento di Salzgitter, primo impianto per il riciclo delle batterie.

Per la minor emissione di CO2 non va trascurata l’efficienza del motore elettrico. Questa è pari a circa l’80 per cento dell’energia impiegata, contro quella dei veicoli a combustione, pari a circa il 25 per cento.

La scarsa efficienza del motore a combustione dipende prevalentemente dall’enorme quantità di calore che viene sprigionata durante l’utilizzo. Questa richiede un complesso sistema di raffreddamento.

Per meglio valutare la differente efficienza tra i due tipi di motori, si consideri che un litro di benzina fornisce energia equivalente di 10 kWh elettrici.

Pertanto la batteria della Renault Zoe, della potenza di 40 kWh, contiene l’energia equivalente ad appena 4 litri di carburante.

Nella pratica si può andare da Brescia in montagna a Carezza percorrendo 220 km, utilizzando un’energia pari a quella di 4 litri di carburante, contro i 15 mediamente utilizzati con il motore tradizionale.

Meccanica

Un altro aspetto positivo del motore elettrico è la sua meccanica. Questa è molto più semplice rispetto a quella dei veicoli tradizionali, che si traduce in una forte riduzione di tutti i costi di manutenzione.

L’escursione dei giri di un motore elettrico e la sua curva di coppia non richiedono l’ uso del cambio della marcia. Inoltre le parti in movimento non sono più di venti, contro le quasi duecento di un motore a combustione interna.

In otto anni per la manutenzione meccanica di una Renault Zoe si sono spesi meno di mille euro.

In Tesla, andando a chiedere per un tagliando, con 120.000 km all’attivo, chiesero: «Quali problemi ha l’auto? Perché di solito tagliandi non ne facciamo…».

In effetti pochi sanno che un motore elettrico moderno, senza spazzole, è in grado di percorrere due milioni di chilometri senza ricevere manutenzione.

dd

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Da editor Novembre 24, 2021 21:10
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