Le colonnine pubbliche di ricarica per auto elettriche

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Da editor Aprile 16, 2021 14:00 Aggiornato

Le colonnine pubbliche di ricarica per auto elettriche

Il secondo report di Motus-E presenta la situazione del 2020 sulle colonnine pubbliche di ricarica in Italia, quindi quante sono, dove sono e come potranno diventare sempre più numerose.

La crescita della mobilità elettrica dipende principalmente da due fattori: l’arrivo sul mercato di sempre più auto elettriche, e lo sviluppo di un’infrastruttura di ricarica.

Per il primo aspetto, le cose sono in rapida evoluzione. Lo dimostrano tutti i modelli a zero emissioni attesi per il 2021, ma anche sulle colonnine la situazione è piuttosto dinamica.

Infatti lo scenario italiano sta migliorando molto quanto a rete di ricarica. Ciò nonostante la pandemia e un generale rallentamento dell’economia.

Secondo i dati di Motus-E, a dicembre 2020 erano attivi 19.324 punti di ricarica sparsi per l’Italia, distribuiti in 9.709 stazioni accessibili al pubblico.

Le percentuali

Però bisogna evidenziare che il 21% di queste colonnine attualmente non è utilizzabile. Questo a causa del mancato collegamento alla rete elettrica o perché non ancora con tutte le autorizzazioni.

Comunque si tratta sempre di una crescita del 39% su base annua.

La ripartizione dà 80% su suolo pubblico e 20% su suolo privato ad uso pubblico, cioè supermercati o centri commerciali.

Rispetto al primo report di Motus-E del settembre del 2019, la crescita dei punti di ricarica è stata addirittura dell’81% – da 10.647 a 19.324 – mentre i dati dell’ultimo trimestre del 2020 danno un aumento del 16%.

Ben il 96% delle colonnine presenti sono a corrente alternata.

Questi punti di ricarica sono definiti a potenza standard, si dividono a loro volta in punti a ricarica lenta o slow (fino a 7 kW) e punti a ricarica accelerata o quick (tra i 7 e 22 kW).

Solo il 4% delle colonnine è in corrente continua o, come si dice, a potenza elevata. Tra queste, si usa poi la distinzione tra colonnine veloci o fast (tra 22 e 50 kW) e ultraveloci o ultrafast (superiori a 50 kW).

Come distribuzione geografica il 57% delle infrastrutture di ricarica è al Nord, mentre il 23% è presente al Centro ed il 20% al Sud e nelle isole maggiori.

La Lombardia è in testa con 3.326 installazioni.

Segue il Piemonte con 2.048 punti ed Emilia-Romagna, Lazio, Veneto e Toscana con circa 1.700 ciascuna. Queste sei Regioni, insieme, coprono più del 60% del totale delle colonnine presenti in Italia.

La distribuzione delle colonnine in UE è altrettanto disomogenea, con alcuni Paesi dotati già di una rete capillare e ben strutturata e altri invece che hanno ancora molto da fare.

Il report annuale

Nel report annuale Motus-E dà il quadro internazionale sui punti di ricarica pubblici.

  • Cina: 552.000 punti di ricarica pubblica
  • USA: 79.000 punti di ricarica pubblica
  • Olanda: 61.974 punti di ricarica pubblica
  • Germania: 43.776 punti di ricarica pubblica
  • Regno Unito: 36.500 punti di ricarica pubblica
  • Norvegia: 16.950 punti di ricarica pubblica

Per Motus-E la situazione attuale in Italia è un buon punto di partenza, ma non è sufficiente per sostenere una diffusione rapida delle auto a zero emissioni, che al momento sono circa 100.000.

Comunque sarebbe importante avere in tempi ragionevoli una Piattaforma Unica Nazionale (PUN) che porti alla creazione di un unico database ufficiale, facilmente consultabile, che permetta di avere informazioni precise inerenti le colonnine pubbliche presenti in base a potenza e distribuzione geografica.

Questa piattaforma si potrebbe interfacciare con i dati della densità della popolazione delle varie aree geografiche e la distribuzione delle vetture elettriche sul territorio.

Quindi uno strumento indispensabile per una crescita armonizzata dell’infrastruttura di ricarica, da progettare tenendo conto delle reali esigenze degli automobilisti. 

Motus-E conclude l’analisi del panorama attuale fissando i 2 obiettivi principali di quella che ha definito Missione e-Mobility Italia, una strategia di lungo periodo con l’obiettivo di portare alla decarbonizzazione dei trasporti entro il 2050. 

Quindi si tratta di sviluppare una rete di ricarica pubblica capillare e agevolare l’installazione di infrastrutture di ricarica private.

Le attività necessarie

Per Motus-E le attività necessarie sono:

  • Semplificazione dell’iter burocratico per l’installazione delle colonnine
  • Inserimento delle colonnine di ricarica tra le fattispecie esentate dal Canone Patrimoniale Unico
  • Velocizzazione dei tempi di allaccio da parte dei distributori dell’energia
  • Pianificazione insieme ai distributori di energia delle installazioni HPC sulla rete a media tensione 
  • Definizione di un piano nazionale di colonnine ad alta potenza

Queste attività potranno essere proficue e coordinate, con una cabina di regia che lavori a livello nazionale per agevolare una crescita il più possibile uniforme e armonizzata.

In pratica si tratterebbe di:

  • Accentrare la responsabilità dei finanziamenti e del monitoraggio delle installazioni verso il Ministero
  • Prevedere una deroga alla normativa sugli aiuti di Stato per le infrastrutture di ricarica pubbliche, come già attuato, ad esempio, in Germania, Regno Unito e Francia
  • Creare la Piattaforma Unica Nazionale (PUN) di tutte le colonnine ad accesso pubblico e raggruppando le categorie in un’unica modalità di gestione dei fondi, formando una graduatoria unica nazionale con assegnazione diretta agli operatori
  • Creare un meccanismo di collaborazione virtuoso tra Regioni e distributori di energia per l’individuazione delle esigenze di ricarica in base ai flussi di traffico e dei nodi in cui la rete possa accogliere potenze di connessione elevate (HPC)
  • Finanziare anche le tecnologie HPC oltre alle ricariche quick e fast
  • Considerare un potenziamento della rete di distribuzione sia per venire incontro alle esigenze dei clienti EV, sia per favorire la penetrazione di soluzioni per la ricarica smart.

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Da editor Aprile 16, 2021 14:00 Aggiornato
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