La Tesla a Wall Street

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Da editor Gennaio 13, 2022 14:00

La Tesla a Wall Street

Da novembre Tesla ha perso a Wall Street circa un quinto del proprio valore.

La Tesla che ha rivoluzionato l’auto elettrica ha una capitalizzazione di mercato superiore a quella delle dieci maggiori case automobilistiche messe insieme. Questi sono colossi che nei primi nove mesi del 2021 hanno venduto oltre 36 milioni di vetture, a fronte delle 627 mila di Tesla.

Infatti era arrivata a valere più di 1.200 miliardi di dollari e adesso è sotto quota mille.

È possibile che questa stratosferica valutazione sia stata un po’ gonfiata dall’euforia e un po’ dalla speculazione.

Ma allo stesso tempo è fuori discussione che la differenza rispetto a tutti gli altri concorrenti dipenda dal vantaggio che Tesla ha accumulato nella transizione elettrica.

Vittoria Ferraris

Vittoria Ferraris, Sector lead automotive di S&P Global Ratings per l’Europa, evidenzia che “I costruttori tradizionali erano seduti su tecnologie ormai totalmente ammortizzate, che generavano cassa pura. Un segnale molto forte del cambiamento a cui ora sono costretti è arrivato con il piano strategico che Volkswagen ha presentato a inizio mese: tra il 2022 e il 2026 investirà 89 miliardi di euro tra elettrificazione e tecnologie digitali – il 56% degli investimenti complessivi – per arrivare tra cinque anni a una capacità produttiva di 3,5 milioni di vetture elettriche”.

E gli investimenti incideranno parecchio su un settore dove i margini operativi netti non sono alti, “in genere tra il 6 e l’8 per cento dei ricavi, se si considerano i produttori di massa. Invece Tesla ha dimostrato di poter finanziare il proprio sviluppo con gli aumenti di capitale, cosa che altri costruttori non possono permettersi”.

I software rappresentano l’altro fattore decisivo.

Infatti sempre Ferraris spiega che “Si calcola che nel 2030 un terzo del fatturato globale della mobilità sarà rappresentato dai servizi digitali. Questo colloca l’automotive a metà strada tra la manifattura meccanica e l’ industria del software e indica che rispetto a oggi la ripartizione dei profitti si sta spostando verso la seconda. Le case tradizionali hanno capito l’antifona e si stanno muovendo in forze ma resta il fatto che, anche qui, Tesla si è mossa per prima, che le sue auto hanno già software aggiornabili da remoto e che gli investitori le riconoscono il primato. È certamente più pronta. Innanzi tutto viaggia più leggera, con pochissimi modelli, facendosi forte dell’idea che sia soprattutto il software a differenziare i prodotti offerti. È un’ottica tipica delle aziende tecnologiche, più che di quelle automobilistiche”.

Anche la componente tecnologica è decisiva per spiegare il gap nelle valutazioni borsistiche (Wall Street).

Michele Bertoncello

D’altra parte Michele Bertoncello, partner di McKinsey dice che “Per capire quanto è accaduto bisogna guardare anche al di fuori del settore automobilistico. Le valutazioni (Wall Street) sono più elevate per tutti quegli operatori che hanno abbracciato digitalizzazione, sviluppo di servizi, intelligenza artificiale e decarbonizzazione.

Accade nel food, nella finanza, nel real estate. Tesla, per fare un esempio, non ha vinto soltanto la sfida di lanciare vetture elettriche competitive e aumentare i volumi rapidamente. Ma anche quella di affermarsi comunicando con i clienti in maniera diretta attraverso un’interfaccia semplice e agile. Cioè i consumatori mettono Tesla sul piano delle icone hi-tech, da Apple in giù. Ha giocato un ruolo cruciale la competenza nel disegno di celle e batterie, nello sviluppo del software e nell’ingegnerizzazione di un’ architettura estremamente razionale”.

In pratica si è ritrovata avanti di almeno una generazione di prodotto.

Dunque il tema interessante è quanto tempo i concorrenti impiegheranno a raggiungerla.

Bertoncello osserva che per sviluppare un nuovo sistema motore-trasmissione ci vogliono 3-4 anni, altrettanti per applicare nello sviluppo del prodotto le cruciali competenze di intelligenza artificiale, per lanciare nuovi canali di vendita diretta almeno altri 2-3 anni.

“Anche i grandi competitor hanno un vantaggio, le dimensioni. Quando i loro tecnici saranno focalizzati sulle nuove sfide, dall’elettrico al software, avranno una capacità di scala importante, che alla lunga potrà pesare”.

Il passaggio

Ma non si tratta di un passaggio immediato.

“Fino a poco tempo fa l’ innovazione si giocava in gran parte nella riduzione delle emissioni e nella sicurezza. Questi sono ambiti che hanno richiesto ingenti investimenti e ingegneri qualificati. Ora servono programmatori, esperti di intelligenza artificiale, di data analytics. Quando i costruttori tradizionali avranno messo del tutto a terra gli investimenti che stanno programmando, avranno la possibilità di reagire all’attacco arrivato dai concorrenti più piccoli e innovativi”.

In particolare, quanto più si allarga il campo della competizione, tanto più le aziende come Tesla, Rivian e Lucid “dovranno gestire una crescente complessità e affronteranno difficoltà simili a quelle dei costruttori globali”, dice Bertoncello.

Conclusione

Comunque osserva Vittoria Ferraris che prima o poi la riscossa dei concorrenti che inseguono Tesla arriverà. “Ormai la tecnologia c’è e la direzione dello sviluppo è chiara, e con il calo dei prezzi delle batterie i produttori tradizionali potranno aggredire il mercato con più efficacia, senza temere il deterioramento dei margini che oggi li sta penalizzando”.

Fonte

  • https://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2021/12/20/news/tesla_e_il_dilemma_di_wall_street_le_ragioni_della_super_valutazione-330535397/
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Da editor Gennaio 13, 2022 14:00
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