Servono quattro anni, per fare ripartire l’auto

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Da editor Agosto 19, 2020 09:00 Aggiornato

Servono quattro anni, per fare ripartire l’auto

Serviranno quattro anni per far ripartire l’auto, secondo l’analisi di AlixPartners, che ha lanciato l’allarme.

Le lobby del settore fanno pressing per gli incentivi, ma non ci sono i soldi.

C’è confusione, non conoscenza dei problemi, visioni viziate dall’ideologia e la mancanza di fondi, novità degli ultimi giorni.

Stando a questa situazione il settore automobilistico, tra i pilastri dell’economia, verrebbe abbandonato a se stesso.

Le associazioni di categoria si chiedono come sia possibile che, mentre ogni giorno si sbandierano miliardi che dovrebbero andare a destra e a manca, non si trovino 300 milioni, per garantire al settore una chiusura di 2020 con più ossigeno.

Le parole dell’associazione Unrae

La questione è ora nelle mani del ministero dell’Economia. «Ma si continua a paventare la mancanza di fondi per l’automotive, a fronte di 55 miliardi di euro allocati in modo orizzontale e, a nostro giudizio, poco efficace», sottolinea Unrae, Associazione nazionale rivenditori auto estere.

L’associazione aggiunge che «Le misure in essere, gli ecobonus che premiano le auto elettriche, a più di un anno dall’entrata in vigore escludono ancora il 98% del mercato. Chi ha veramente a cuore l’ambiente avrebbe il dovere di agevolare concretamente la sostituzione di veicoli vetusti con altri di ultima generazione».

Ma c’è di più. É stata anche avanzata l’idea di limitare gli incentivi ai soli veicoli con listino sotto i 18mila euro. In questo modo vengono esclusi quelli omologati Euro 6 a prescindere dal livello di emissioni.

«Misura che, sottolinea l’associazione, favorirebbe pochissimi marchi tra le decine presenti nel segmento. Si creerebbe una grave distorsione del mercato e senza riuscire a rilanciarlo con effetti nefasti sulla clientela e sul gettito fiscale».

Resta anche da vedere, a questo punto, se e come Palazzo Chigi recepirà il nuovo appello lanciato da Paolo Scudieri, presidente di Anfia (filiera italiana automotive), invitato agli Stati Generali dell’Economia.

«Il governo ha tutte le nostre proposte per rilanciare il mercato e supportare gli investimenti produttivi. Occorre un piano integrato a tutela della filiera come già hanno fatto Germania, Francia e Spagna. È in gioco la competitività del Paese»,

AlixPartners

AlixPartners, ha fotografato la situazione italiana post coronavirus.

Saranno necessari per far ripartire l’auto quattro anni, 1,91 milioni di veicoli nel 2023, per tornare a volumi, comunque più bassi del 15%, rispetto al 2019 (2,11 milioni).

Al 31 dicembre AlixPartners stima che le vendite, crolleranno intorno a 1,2 milioni. Nel 2021 si dovrebbe raggiungere quota 1,6 milioni, mentre solo nel 2022 dovrebbe esserci un riavvicinamento al periodo pre-crisi.

Anche la società di consulenza consiglia al governo di estendere gli incentivi alle motorizzazioni tradizionali Euro 6, «con un beneficio economico e di emissioni di CO2 importante in virtù della maggiore offerta e accessibilità per il consumatore».

La società di ricerca considera che l’industria mondiale dell’auto, a causa della pandemia, registrerà un calo di 44 milioni di vetture nei prossimi tre anni, mancati ricavi per 1,3 trilioni di dollari e meno margini per 220 miliardi.

Lo studio precisa che «Case e fornitori dovranno ancor più focalizzare le proprie risorse e abbassare i volumi di break-even».

Comunque si continuerà ad investire nell’elettrificazione. Ovvero 230 i miliardi di dollari previsti e più di 300 i modelli elettrificati che saranno lanciati entro il 2023.

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Da editor Agosto 19, 2020 09:00 Aggiornato
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