La rete elettrica e l’auto a zero emissioni

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Da editor Ottobre 1, 2021 14:00 Aggiornato

La rete elettrica e l’auto a zero emissioni

La crescente diffusione dell’auto elettrica impone una riflessione sulla rete.

La rete elettrica sarà in grado di reggere in termini di energia e potenza?

Per l’energia non ci saranno difficoltà.

E questo è il risultato di uno studio del Politecnico di Milano del 2019, le cui conclusioni sono valide ancora oggi.

La ricerca prende come esempio un’auto elettrica che percorra 11.000 km all’anno e abbia un consumo medio 16 kWh/100 km: essa consumerà quindi 1.760 kWh in un anno.

Una famiglia media italiana consuma in un anno 2.700 kWh circa. Quindi un’auto elettrica consuma in un anno il 65% di quanto utilizzato dalla famiglia media.

Lo studio ipotizza che nel 2030, secondo lo scenario “moderato”, circoleranno 4,8 milioni di auto elettriche: esse consumerebbero 8,4 TWh all’anno, pari a circa il 2,6% del totale italiano (1 TeraWatt = 1 milione di MegaWatt).

Non c’è quindi da preoccuparsi. Questo considerando anche che in 2 anni l’efficienza energetica italiana è aumentata. Quindi i consumi sono diminuiti, lasciando più energia per la ricarica, e la tendenza continuerà fino al 2030 e oltre.

La potenza

Tutt’altra situazione per la potenza.

Infatti così com’è la rete italiana non reggerebbe alla potenza richiesta dalla ricarica di milioni di auto elettriche.

Il Politecnico ipotizza una potenza media di ricarica di 100 kW per le colonnine fast in corrente continua.

Se 185.000 veicoli elettrici caricassero contemporaneamente a 100 kW, la potenza impegnata sarebbe di 18,5 GW, più del 33% dei 55 GW che sono la potenza media impegnata italiana.

Anche su scala locale stesso scenario: 50 auto in ricarica contemporanea richiederebbero 5 MW, una potenza che potrebbe mettere in crisi un quartiere.

D’altra parte per avere buona autonomia servono grandi batterie.

E per ricaricarle in tempi accettabili occorrono colonnine molto potenti.

Quindi cosa potrebbe accadere se molte auto elettriche caricassero tutte assieme ad alta potenza?

La risposta in uno studio condotto in Gran Bretagna  “se abitudini di ricarica non cambiano, privilegiando le ore notturne, o la rete nazionale non viene rinforzata, la ricarica di milioni di veicoli elettrici causerà blackout in alcune aree del Regno Unito”.

Le contromisure ci sono.

Quindi la ricarica intelligente e l’implementazione delle smart grid, cioè la comunicazione V2G (Vehicle-to-Grid) che consente ai veicoli elettrici di restituire energia alla rete quando sono collegati ad essa, renderebbe questi una sorta di “batteria semovente distribuita”.

Se i 4,8 milioni di auto elettriche del 2030 avessero capacità media delle batterie di 40 kWh, si avrebbero a disposizione poco meno di 200 GWh tampone, utili per assorbire i picchi della domanda “aiutando” la rete.

Si prevedono anche sistemi di accumulo dell’energia rinnovabile, con batterie, sistemi di immagazzinamento a energia cinetica e tariffazioni che spingano a utilizzare la ricarica quando la rete è meno impegnata.

Comunque sono necessari investimenti in tempi brevi sulla rete nazionale per potenziarla e non trovarsi in grosse difficoltà negli anni a venire. 

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Da editor Ottobre 1, 2021 14:00 Aggiornato
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