La mobilità elettrica va oltre cambiare l’auto

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Da editor Novembre 16, 2020 09:00 Aggiornato

La mobilità elettrica va oltre cambiare l’auto

La mobilità elettrica può essere molto di più che solo automobile a zero emissioni.

La e-mobility è ormai parte dell’immaginario collettivo.

Le ragioni di questo importante cambiamento vanno ricercate in una sempre più restrittiva legislazione. Questa per limitare le emissioni nocive e di gas serra tipiche dei motori a combustione interna e nei tentativi di rilancio di un mercato dell’ auto da anni moribondo.

Ma la mobilità elettrica non implica solamente cambiare auto, passando dal rifornimento alle pompe diesel e benzina alle colonnine di ricarica. Si tratta di un tassello di un mosaico molto più ampio.

E-mobility

L’e-mobility, se supportata, implementata e gestita correttamente, ci dà modo di rivedere da zero o quasi il nostro modo di muoverci e di concepire viaggi e spostamenti. Soprattutto ci da modo di rivedere il nostro sistema infrastrutturale, l’organizzazione delle nostre città, o il modo più efficace di avviare una transizione energetica che dia finalmente all’efficienza e alle energie rinnovabili l’importanza che meritano.

In questo contesto, il digitale gioca un ruolo fondamentale. L’ automotive è uno degli ambiti a più alta tecnologia che esistano.

Infatti già oggi dal motore termico con tutti i suoi svantaggi, si è passati a una digitalizzazione dei veicoli elettrici. Si parla di software, guida autonoma, connettività, intrattenimento ecc.. Questi sotto molti aspetti ricordano la trasformazione dei telefoni in smartphone.

Importante sarà anche la connettività digitale per la gestione dell’aumento della domanda di elettricità.

Pensiamo ad esempio a quella di immagazzinare dati, o di coordinare la rete elettrica con i sistemi di accumulo e di ricarica sparsi sul territorio. O ancora quella di usare gli stessi veicoli elettrici come “batterie con le ruote”. Questi, collegati alla rete elettrica durante la ricarica, offrono un prezioso servizio di bilanciamento della rete stessa. Si pensi alle tecnologia Vehicle-to-grid (V2G)o Vehicle-to-home (V2H), già utilizzabili con diversi modelli di auto e moto elettriche.

Poi c’è anche la capacità dei punti di ricarica di “comunicare” tra loro. Oppure quella dei veicoli elettrici di raccogliere dati in modo da migliorare le proprie performance.

L’e-mobility dà modo di avviare una necessaria ristrutturazione delle reti elettriche, facendole evolvere in chiave “smart”. In questo modo le porta ad evitare variazioni, picchi, sovraccarichi e tutto ciò che si è rivelato un limite per le rinnovabili in questi ultimi decenni.

ICT

La e-mobility implica lo sviluppo e la sperimentazione di nuove architetture di ICT (dall’inglese Information and Communications Technologies) per i veicoli elettrici.

Si tratta di affidarsi al software piuttosto che all’hardware. Cioè sostituire i numerosi dispositivi di controllo e collegamenti via cavo che si trovano oggi nei veicoli con un numero limitato di unità informatiche principali. Questo porterebbe un contributo importante alla riduzione della complessità nell’ingegneria automobilistica.

Per l’integrazione dei veicoli elettrici nel sistema di approvvigionamento energetico servono soluzioni che permettano di ricaricare i veicoli in modo tale da non sollecitare eccessivamente le reti, sfruttando al contempo il potenziale delle energie rinnovabili.

Per esempio si guarda alla cosiddetta “interoperabilità”, quella che in pratica consente al turista straniero di venire in Italia e caricare con la propria tessera o con il sistema digitale di pagamento che utilizza a casa sua.

In tutto ciò, il digitale è molto importante anche per quanto riguarda le colonnine di ricarica.

Queste già oggi si possono considerare “intelligenti”, ma lo saranno sempre di più in futuro, sia perché sono sempre collegate alla sala di controllo dell’operatore, anche solo per non risultare mai fuori uso, sia perché permettono un monitoraggio costante dell’infrastruttura dalla centrale operativa.

Rinnovabili

La transizione energetica verso l’utilizzo delle rinnovabili non ha solo problemi di carattere tecnico o infrastrutturale.

Per esempio i sussidi “a pioggia”, non aiutano se non si guarda a tutto il ciclo, non solo al far cambiare auto o far acquistare monopattini, bisogna ripensare la mobilità nel suo complesso per il bene della salute, dell’ambiente, dell’economia e della sostenibilità.

Comunque si deve anche valutare bene l’impronta ecologica della conversione all’elettrico.

Le maggiori riserve di Litio sono concentrate solo in alcuni paesi, con tutte le implicazioni ambientali e geo-politiche che ciò comporta.

Conclusioni

Passare all’ e-mobility è opportuno per molti motivi, e come visto offre innumerevoli e grandi opportunità.

Ma non si deve fare l’ errore di credere di annullare il nostro impatto ambientale, o peggio di lavarci la coscienza per il solo fatto di viaggiare ad emissioni zero.

Serve un approccio completamente nuovo sia con la mobilità sia con l’ uso dell’ energia rinnovabile e delle nuove tecnologie, a partire da quelle digitali.

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Da editor Novembre 16, 2020 09:00 Aggiornato
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