Il Ministro Cingolani e le precisazioni

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Da editor Settembre 13, 2021 14:00 Aggiornato

Il Ministro Cingolani e le precisazioni

Il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha sottolineato con una certa insistenza la necessità di un cambio di passo burocratico che possa accompagnare l’Italia verso una miglior offerta energetica.

In effetti il Recovery Plan avrà un suo percorso e un termine.

E in questa prospettiva Cingolani vede dove si dovrà intervenire per ridurre le emissioni entro il 2030.

Quindi mobilità (25% del gas serra), industria (30%), riscaldamento domestico (25%) e agricoltura (20%).

Quattro pilastri

Per il Ministro sono quattro i pilastri della rivoluzione verde. 

Il primo è l’economia circolare, che comprende l’autonomia energetica delle aziende agricole e il ciclo dei rifiuti.

Il secondo è l’elettrificazione, azzerando nel tempo la produzione da fonte fossile.

Nella pratica significa che nei prossimi 9 anni dovremo installare 70 gigawatt di energia pulita, 8 all’anno contro gli attuali 0,8.

Quindi nel 2030 il 70%-72% di energia dovrà essere rinnovabile.

Da sviluppare anche l’idrogeno, ma per produrlo occorre energia pulita. Inoltre dovremo installare più di 20 mila colonnine per la ricarica delle auto.

Il terzo pilastro è lo sviluppo energetico delle abitazioni che farebbe risparmiare tante emissioni.

C’è poi il quarto pilastro che tocca la forestazione, il risanamento ambientale e la risorsa acqua.

In effetti abbiamo 24 mila chilometri di acquedotti che perdono il 50% lungo la rete. 

Per l’auto elettrica Cingolani ha ribadito che «Non si può imporre l’acquisto di un’auto elettrica, che peraltro, attualmente, non sapremmo alimentare, a coloro che non se la possono permettere. Ci deve essere una fase di transizione. Così come non si può dall’oggi al domani chiudere tutto ciò che inquina perché ciò avrebbe un costo sociale enorme. In Italia circolano 13 milioni di auto con motori inferiori all’Euro2 che inquinano più di tutte le altre. Serve un’auto elettrica accessibile».

Ma serve anche superare il grande ostacolo della lentezza.

Secondo Cingolani è fondamentale cambiare stile: «Tagliare le emissioni e la burocrazia vanno di pari passo. Se decido di installare un pannello solare oggi, potrò vederlo dopo 5 anni. È troppo: dobbiamo scendere a uno. Ecco perché semplificare significa accelerare la riduzione delle emissioni».

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Da editor Settembre 13, 2021 14:00 Aggiornato
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