Il Covid-19 e mobilità sostenibile: 5 proposte per ripartire

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Da editor Maggio 15, 2020 08:26

Il Covid-19 e mobilità sostenibile: 5 proposte per ripartire

Il Covid-19 influenza anche gli sviluppi della mobilità sostenibile.

Legambiente infatti ha formulato 5 proposte concrete, indirizzandole ai Sindaci delle città italiane.

Si tratta quindi di porre attenzione ai mezzi pubblici, le ciclabili, lo sharing, la rottamazione e lo smart working.

Quindi un pacchetto per ripensare la mobilità in città post Covid-19, evitando che auto, moto e scooter siano gestiti dai cittadini come unica soluzione sicura per proteggersi dal virus e per spostarsi dentro e fuori l’area urbana.

Sono misure attuabili in pochi mesi, secondo l’associazione, con risorse relativamente contenute e alcune già disponibili, perché si tratta di attuare provvedimenti già contenuti in Leggi dello Stato.

Il Presidente Nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani infatti sottolinea che “Le nostre città possono essere un fantastico banco di prova per dimostrare che si può cambiare il mondo in meglio, sperimentando le vie green verso nuovi modelli di sviluppo.

Occorre di fatto intervenire subito su quelle misure che hanno una valenza sanitaria e ambientale e che possono dare delle risposte alle regole imposte dal Covid19. Con queste 5 misure che proponiamo oggi ai sindaci, milioni di lavoratori, studenti e famiglie potranno muoversi da subito in maggiore sicurezza e libertà contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra.

Per far ciò è indispensabile però un impegno da parte di tutti, cittadini, sindaci, società di trasporto e governo, consapevoli che il Paese oltre ad un decreto Cura Italia, ha bisogno anche di provvedimenti che mettano al centro le città ed i comuni perché è da qui che bisogna prima di tutto ripartire”.

Di seguito le proposte nel dettaglio:

1. Sicuri mezzi pubblici

Per il timore del contagio molte persone saranno di conseguenza restie a prendere bus e treni.

Con la fase 2 le città si rianimeranno e quindi si dovrà riprogrammare con attenzione le corse dei mezzi, garantire le distanze di sicurezza e ripensare anche gli orari per evitare congestione e traffico nelle ore di punta.

Dovrà essere quindi assicurato il continuo e attento monitoraggio dei mezzi e delle stazioni, con controlli e tornelli per regolare i flussi e garantire un’efficace sanificazione.

Le mascherine saranno obbligatorie e probabilmente non potremo fare però come in Spagna con la distribuzione gratuita nelle stazioni della metro. Comunque a quanto ha già messo a disposizione il governo saranno da aggiungere altre risorse dello Stato perché le aziende pubbliche hanno bisogno di investimenti e già soffrono per la riduzione di introiti da biglietti, dovuta a questi mesi di stop.

2. Più persone in bici e percorsi ciclabili nuovi

La bici è il mezzo che permette il migliore distanziamento. Per questo motivo adesso sarebbero da realizzare percorsi ciclabili temporanei, con segnaletica orizzontale e verticale, lungo gli assi più importanti e le tratte più frequentate, riservando lo spazio per poi dotarli di protezioni e passaggi esclusivi, con il preciso obiettivo di farli diventare vere ciclabili nei mesi a seguire.

Questi interventi sono a costo quasi zero e le risorse per realizzare vere ciclabili sono già nella Legge di Bilancio 2020 con 150 milioni di Euro stanziati per il co-finanziamento di percorsi ciclabili urbani.

Il Ministero delle Infrastrutture dovrebbe di conseguenza fare al più presto il Decreto che fissa i criteri per l’erogazione dei fondi.

Intanto i Comuni si possono muovere, in modo da avere progetti seri da candidare ed un piano da cui “si evinca la volontà di procedere allo sviluppo strategico della rete ciclabile urbana”, come dice la Legge, e nel 2021 far partire i cantieri.

3. Implementare la mobilita sharing

Come alternativa sia all’auto privata in città, sia per chi non vorrà prendere i mezzi pubblici, dovranno essere quindi promossi tutti i mezzi in sharing: auto, magari elettriche, bici, e-bike, scooter elettrici e monopattini.

I Comuni dovrebbero fare accordi con le imprese per aumentare i mezzi ed in più diffonderli sul territorio, a costi molto più contenuti. Serviranno risorse, ma il servizio potrà avere grande successo e in parte ripagarsi.

Comunque saranno soldi ben spesi per lo sharing con contestuale controllo, sanificazione e ridistribuzione dei mezzi nelle diverse ore e luoghi della città, quindi una mobilità sostenibile a costi accessibili per tantissimi di cittadini.

4. Aiutare la rottamazione delle auto e scegliere la mobilità sostenibile

Qui i Sindaci devono insistere con forza, perché i soldi ci sono. Come da decreto Clima approvato a dicembre con i “Programma Buoni di mobilità” , si tratta di 75 milioni per il 2020 e 180 milioni di euro per gli anni a seguire.

Sono 1.500 euro per rottamare una vecchia auto che non può più circolare, Euro3 o più inquinante, oppure 500 euro per un vecchio ciclomotore, per acquistare abbonamenti, e-bike e sharing mobility.

5. Più smart working

Legambiente chiede di spingere sul lavoro smart nel riorganizzare l’attività dell’amministrazione pubblica e supportare tutte le iniziative in questa direzione.

Serviranno risorse e nuove idee, coinvolgendo anche il Governo. Quindi interventi fiscali sia alle aziende, sia ai lavoratori che decideranno di puntare su soluzioni innovative di smart working e mobility management di comunità.

In pratica si potrebbero estendere agli investimenti organizzativi per il lavoro a distanza, ai mezzi pubblici, alla condivisione e alla mobilità elettrica in tutte le sue forme, i vantaggi fiscali di cui oggi beneficiano le auto aziendali. 

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Da editor Maggio 15, 2020 08:26
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