L’auto elettrica: che cosa ha che non va?

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Da editor Maggio 4, 2020 08:37

L’auto elettrica: che cosa ha che non va?

Perché l’auto elettrica non va in Italia ?

La pandemia da Covid19 sta colpendo duro il mercato dell’auto anche in Italia.

Solo i veicoli elettrici incrementano le vendite del 47% rispetto allo stesso mese del 2019, quindi da 622 a oltre 900 mezzi venduti.

E’ un modesto successo di “facciata”, perché questi numeri sono ancora una goccia rispetto al mercato automobilistico totale.

In effetti le previsioni erano ben diverse.

Secondo i dati di MOTUS-E, l’associazione italiana che riunisce i principali attori della mobilità sostenibile, nel mese di marzo si sarebbero dovuti vendere almeno 2.500 EV (Veicoli Elettrici) seguendo il trend di crescita di gennaio, con 1.943 auto vendute e febbraio altre 2.531.

A parte l’effetto Coronavirus, l’elettrico finora non riesce a decollare.

In tutto il 2019 sono state immatricolate appena 10.661 auto.

Le parole di Lozza

Il professor Giovanni Lozza, direttore del Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano spiega «perché richiede un cambio di tecnologia molto forte oltre che infrastrutture dedicate, e poi perché ha dei costi addizionali che rendono il cliente poco propenso ad acquistare.

Quindi il primo ostacolo è sicuramente il prezzo d’acquisto, cioè «oggi le auto elettriche costano significativamente più di quelle tradizionali, sebbene ci sia movimento nel mercato ed i prezzi inizino ad abbassarsi», evidenzia sempre Lozza.

Ci sono gli incentivi, ma quelli nazionali non si sa quanto dureranno, mentre quelli regionali variano moltissimo, rendendo disomogeneo il mercato.

In pratica nei primi due mesi dell’anno in tutto il Sud si sono venduti 205 EV contro i 1.195 del solo Trentino-Alto Adige.

L’autonomia non è ancora sufficiente per un uso davvero versatile dell’auto elettrica soprattutto fuori città.

Un problema difficile da superare «perché non si può far aumentare costi, impatto ambientale e peso dell’automobile caricando a bordo tonnellate di batterie».

C’è poi la complessa questione della ricarica, che causa minimo tre ostacoli al successo dell’elettrico.

I problemi secondo Lozza

Quindi innanzitutto per Lozza «manca ancora un’infrastruttura pubblica di ricarica capillare in tutto il paese», soprattutto lungo le autostrade.

Secondo c’è l’impossibilità per molti che vivono nelle grandi città di avere uno spazio privato, quindi un garage, dove installare una presa di rifornimento casalinga.

Infine, sono poche le colonnine con potenza sufficiente a ricaricare in pochi minuti l’auto elettrica. E quando poi queste aumenteranno, bisognerà adeguare la rete di distribuzione affinché regga i picchi di richiesta energetica.

Queste considerazioni spiegano perché «le previsioni indicano che ci vorranno 10 anni affinché l’auto elettrica raggiunga il 20-30% del mercato».

Ciò, nonostante che le normative della UE siano “vessatorie” per l’industria automobilistica, perché affossano una tecnologia consolidata in favore di quella elettrica, che «oggi non è oggettivamente fruibile da un numero sufficientemente ampio di persone».

La mobilità elettrica è  «il pezzo di un puzzle più complesso, dove diverse soluzioni concorrono nel breve periodo a rivoluzionare la mobilità rendendola più sostenibile e più Green», conclude Lozza.

Le parole di Marcozzi

L’ingegnere Dino Marcozzi, segretario generale MOTUS-E osserva «Non è l’elettrico che fatica a crescere, siamo noi come Paese che siamo indietro di 3-4 anni rispetto ad altre nazioni», comunque «ritardo o no, prima dell’epidemia da Coronavirus, il mercato dell’elettrico aveva iniziato a crescere esponenzialmente, tanto che nel solo febbraio 2020 erano state vendute un quarto delle auto di tutto il 2019».

«Se avessimo continuato così, avremmo potuto fare tra l’1 e l’1,2% del mercato entro quest’anno, quindi arrivare al 7% entro il 2024.

Le nostre stime ci dicono che nel 2026 saranno 350mila le elettriche su un totale di quasi due milioni di automobili vendute, per diventare circa un milione nel 2030. La svolta avverrà nel 2025».

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Da editor Maggio 4, 2020 08:37
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