Il Coronavirus, l’automobile e la mobilità
Il Coronavirus rimetterà l’automobile al centro della mobilità?
Pensando a quando l’emergenza sanitaria di questo periodo sarà finita, quindi oltre la fase 2, l’auto personale potrebbe essere la soluzione più sicura per viaggiare in città ed anche fuori, evitando metro, treni e mezzi pubblici affollati. In effetti garantisce distanziamento sociale ed isolamento, come pure fanno moto e scooter.
Sono evidentemente tanti e non certo positivi gli scenari sul futuro dell’auto dopo che l’emergenza della pandemia sarà rientrata.
Ma qualcuno pensa che, invece, proprio l’automobile potrà essere la soluzione più sicura per viaggiare in città, ma non solo.
Le considerazioni degli opinion leader del settore automotive
Tre autorevoli opinion leader del settore automotive hanno fatto interessanti considerazioni sul tema.
Michele Crisci è presidente di Volvo in Italia oltre che dell’ Unrae, l’associazione dei costruttori stranieri che operano in Italia.
Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, l’associazione dei concessionari italiani.
Olivier Francois, responsabile mondo di Fiat e Chief Marketing Officer di FCA.
L’opinione di Crisci
Crisci vede un primo segnale positivo, nonostante i numeri, del crollo delle vendite registrate a marzo, con l’ 85,4% in Italia e 56% in Europa.
A questo dobbiamo aggiungere anche le difficoltà economiche che si prevede metteranno a dura prova i potenziali clienti e le reti di vendita nei prossimi mesi.
Sempre Crisci: «Superata l’emergenza di questi giorni, l’auto tornerà ad essere il sistema di trasporto più sicuro. Se infatti il dopo virus ci costringerà ancora per qualche mese a non abbassare la guardia, l’auto rappresenterà il mezzo più sicuro perché non saremo costretti a contatti con altri».
Crisci sottolinea che «Non mi sentirei così sicuro di passare ore a bordo di un treno a stretto contatto con dei passeggeri che non conosco. Tantomeno sarei tranquillo di viaggiare in aereo».
Per Crisci la centralità dell’auto sarà utile anche in città. «L’auto ritornerà nei nostri stili di vita anche nelle città dove i mezzi pubblici non potranno per molto tempo garantirci dal contatto con persone a rischio». Comunque la mobilità andrà rivista per cui anche il car sharing non sarà più una scelta così facile.
L’opinione di De Stefani Cosentino
De Stefani Cosentino: «La priorità è arrivare vivi alla riapertura e subito dopo disporre degli incentivi per ripartire, infatti la tendenza sarà di tenersi magari ancora un anno in più la propria vettura, ecco perché ci vorranno gli incentivi per l’acquisto».
Secondo Federauto bisognerebbe dare i bonus oggi riservati alle auto ibride e elettriche anche per la rottamazione delle vecchie auto, con l’obiettivo di svecchiare un parco circolante tra i più vecchi d’Europa.
Per le partite Iva, sarebbe importante introdurre la detraibilità dell’Iva e percorsi di ammortamento, anche in questo caso per favorire un rinnovamento delle vetture e i veicoli commerciali e industriali.
L’opinione di Francois
Olivier Francois vede l’auto come una sorta di bolla pedonale, un habitat comodo, sano e sicuro. E non soltanto barriera fisica o filtro verso l’esterno per il rischio di ulteriori contagi in futuro, ma anche per l’enorme progresso tecnologico su cui si fare affidamento per aumentare la nostra sicurezza sia attiva che passiva
Egli ritiene anche che «L’uso dell’auto avrà una valenza anche simbolica. Perché diventerà uno strumento per recuperare la nostra autonomia e per portarci in totale sicurezza verso la ripresa della nostra libertà sociale».
Conclusione
Come detto da più parti dovremo imparare a convivere con il Coronavirus, ma anche con le serie difficoltà economiche che non mancheranno.
Per l’auto sarà anche un’occasione per valutare una nuova alternativa all’acquisto più tradizionale, cioè il noleggio a 24 o 36 mesi, o anche più lungo.
Una scelta quasi obbligata poiché il finanziamento, che prima del virus rappresentava la soluzione più accessibile per cambiare un’auto, non sarà più tanto garantito dalle reti di vendita, dal momento che prima dovranno fare rientrare nella normalità di sempre il loro business, dopo i mesi difficili che si saranno lasciati alle spalle.
L’automobile non tornerà in tempi brevi tra le priorità delle famiglie italiane già messe a dura prova dell’emergenza da Coronavirus.
Ma qualcosa potrà cambiare sia in termini di abitudini, sia come novità magari neanche pensabili fino a qualche mese fa.
Magari così il Coronavirus avrà aperto scenari dell’automobile più solidali o più virtuosi, vedremo…