L’ auto elettrica e le ambizioni della Commissione UE
Il piano della Commissione Europea prevede almeno 30 milioni di auto a emissioni zero sulle strade nell’ Unione entro il 2030.
Per l’ Acea, l’ associazione che raggruppa i costruttori auto europei, è un obiettivo ambizioso, molto ottimistico e anche irrealistico.
L’ auto elettrica è una priorità per la Commissione europea, considerata un pilastro chiave nella riduzione dell’ impatto umano sull’ambiente.
“Purtroppo questa visione è molto lontana dalla realtà odierna”, ha ammonito il direttore generale dell’associazione, Eric-Mark Huitema.
Non è in discussione l’ impegno delle case automobilistiche che è pesante, con 185 miliardi d’ investimenti nell’ elettrificazione tra il 2018 e il 2023.
Sono altri dati oggettivi che spiegano lo scetticismo dell’ Acea.
La diffusione dei veicoli elettrici nei paesi dell’ Unione si sta muovendo in maniera disomogenea con profonde differenze sull’ asse Nord-Sud.
Nel 2019 la percentuale totale di mezzi elettrici su quelli circolanti era dello 0,25%, con picchi in Norvegia ed Olanda e molti paesi con dati trascurabili.
Quindi in 10 anni si dovrebbe passare dallo 0,25 al 12%. Questo significa vedere un aumento di quasi 50 volte delle auto ad emissioni zero in circolazione sulle nostre strade.
Le parole del direttore di Acea
Inoltre il direttore generale dell’ Acea spiega che, nonostante gli investimenti nell’ elettrificazione e la quota di mercato in crescita, non esistono tutte le condizioni giuste per fare un salto così alto, “Come riconosciuto dalla Commissione, una condizione essenziale per una diffusa mobilità ad emissioni zero è la disponibilità d’ infrastrutture di ricarica e rifornimento, sia per le autovetture che per i veicoli pesanti”.
A sostegno della riflessione sulle infrastrutture Huitema cita ancora una volta dei dati. Infatti la Commissione stima prudentemente che saranno necessari tre milioni di punti di ricarica pubblici entro il 2030.
Dato che lo scorso anno erano presenti meno di 200.000 punti di ricarica in tutta l’UE. Ciò richiederebbe l’ installazione di 15 volte più infrastrutture nei i prossimi 11 anni, secondo le stime dell’ Acea.
Ulteriori strumenti
Oltre alle infrastrutture, sono necessari ulteriori strumenti per incoraggiare i consumatori a passare alla mobilità ad emissioni zero. Quindi si intende la prosecuzione dei programmi d’ incentivo, il rinnovo del parco circolante e misure di sostegno alla riqualificazione di quei lavoratori che vengono e che verranno tagliati fuori dalle catene di montaggio tradizionali.
Non è un mistero, infatti, che la produzione di auto elettriche necessiti di un minor numero di addetti.
C’è un altro aspetto che costituisce senza dubbio un ostacolo alla diffusione di massa delle auto elettriche, cioè lo squilibrio tra il loro prezzo elevato ed i redditi medi dei paesi.
Infatti non è un caso se i veicoli a zero emissioni sono maggiormente diffusi in quei paesi dove il reddito pro-capite è più elevato, come evidenziato dal rapporto “Making the Transition to Zero Emission Mobility” dell’ Acea.
Conclusione
Nel 2019, tutte le nazioni con un valore inferiore a 30.000 euro del reddito pro-capite hanno riscontrato volumi di immatricolazioni di auto a zero emissioni batteria non superiori all’1%.
Di fatto l’80% delle immatricolazioni di EV nell’UE è avvenuto in appena sei Paesi.
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