Il PNRR e l’assenza incomprensibile dell’automobile
Secondo UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Auto Estere) nel PNRR c’ è “assenza incomprensibile dell’ automotive”.
Il PNRR è il documento con un dettaglio delle riforme che l’ Italia intende avviare, entro il 2026. Queste serviranno per risollevare l’ economia dalla crisi provocata dalla pandemia da Covid-19.
Le parole di Crisci
Michele Crisci, Presidente dell’ UNRAE, commenta i contenuti del piano presentato dal Governo Draghi. Ha sottolineato che “l’ impianto generale del PNRR offre un’ occasione unica per recuperare i ritardi del Paese. Si parla in termini sia di riforme e sia di rilancio dell’ economia e dell’ occupazione. Per questo ci siamo stupiti di non trovare adeguata attenzione nei confronti del comparto dell’ automotive. Quest’ ultimo ha un peso notevole nella mobilità di persone e merci. Rappresenta il comparto produttivo più impegnato nella ricerca e negli investimenti per la transizione ecologica”.
Le misure indicate dal piano sono complessivamente condivisibili, ancorché migliorabili. Il potenziamento della rete ferroviaria e dell’ alta velocità, la realizzazione di piste ciclabili, le infrastrutture di ricarica elettriche e ad idrogeno, sono interventi che vanno nella direzione di decongestionare il traffico stradale. Inoltre favoriscono l’ abbattimento delle emissioni nocive. Riteniamo però che un piano strategico per la transizione ecologica rischi di ottenere risultati dimezzati se restano fuori, come avvenuto, misure ad hoc per la filiera automotive”.
Il PNRR per Crisci
Per Crisci nel PNRR c’ è assenza incomprensibile del parco circolante.“Un malato cronico e grave, tra i più vetusti d’ Europa in tutti i suoi comparti, dalle vetture ai veicoli industriali, che è difficile sostituire in tempi brevi con la ‘cura del ferro’, mentre è necessario e urgente incentivarne la sostituzione con nuovi veicoli più ecologici, visto che su gomma viaggia attualmente il 90% delle merci e delle persone”.
Inoltre per il Presidente dell’ UNRAE, nel capitolo delle riforme, anche se è ricco di propositi per rimuovere oneri burocratici e ostacoli agli investimenti mancano delle cose. Infatti dice che “sono assenti sia la riforma del Codice della Strada, intervento necessario per adeguare norme ormai obsolete alle nuove forme di mobilità e alle normative internazionali, sia qualunque riferimento volto a modificare il quadro fiscale del settore. Quest’ ultimo ci penalizza in confronto ai principali Paesi UE. Ci penalizza ad esempio nell’ imposizione eccessiva sulle auto aziendali, nella ridotta detrazione d’ imposta per i privati. Infine ci penalizza nella mancanza di sgravi fiscali per le imprese di autotrasporto che investono in veicoli di ultima generazione.
Conclusione
Michele Crisci conclude che il Governo dovrà trovare gli strumenti normativi adatti per le misure sull’ automotive che non hanno trovato spazio nel PNRR.
Quindi auspica anche l’ istituzione di un Tavolo Automotive volto a individuare le migliori soluzioni per includere in modo strategico il settore nei programmi di modernizzazione del Paese. Questo a favore delle generazioni future, senza dover continuamente ricorrere a provvedimenti di urgenza e di breve respiro.
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